martedì 14 settembre 2010

Intorno alla natura - parte uno: il concetto di "inquinamento"

L'Isegoreta (ii)
Gennaro jr. Di Napoli

L'Isegoreta oggi vi parlerà di qualcosa che è sulla bocca di tutti, ma che pochi comprendono. Sia chiaro che anch'Egli non è immune dalla difficoltà che ciò comporta, ma il Suo Ministero è quello di incuriosire e spiegare, non disdegnando l'inserire i propri commenti. Altro discorso è impartire lezioni accademiche: siano quelle compito degli accademici.
Inquinamento: questo cattivo ragazzo riesce a dividere come pochi. È secondo solo ad un (considerato generalmente) bravo ragazzo che detiene il primato del tear-making. Ma che cos'è l'inquinamento? Correntemente lo definiamo come l'insieme delle emissioni tossiche prodotte dalle attività umane che modificano gli equilibri chimico-biologici del pianeta con ripercussioni nefaste sulla biosfera. La definizione sembra piuttosto solida, ma nella stessa misura in cui un insetto-stecco sembra una pianta. E adesso arriva il senso di quel "biosfera" sottolineato: è intercambiabile con vita, anzi dire "vita" rende la definizione più agevole a comprendersi.
Bene, la maggior parte delle volte che diciamo vita, anche se parliamo di ambiente, natura e simili, usiamo un termine di gran lunga approssimativo. In realtà ciò che ci preme difendere e preservare sono: la specie umana, i mammiferi superiori, gli altri mammiferi, rettili, uccelli, anfibi, pesci, piante, insetti e azzardo i funghi. L'ordine è più o meno quasi sempre questo, ma poco importa. Purtroppo questa concezione presenta una grave lacuna: nessun riguardo per i microrganismi. Tanto non li vediamo. Si fa presto a parlare di plancton. Io mi sono fatto un'idea: lo consideriamo degno di protezione perché vi colleghiamo il nutrimento di altri animali, tra cui le povere balenottere azzurre. Aspetto con ansia che tra i commenti decine di voi mi smentiate, rimarcando il vostro genuino interesse per la flora e la fauna invisibile di terra e di mare, batteri latori d'infezioni e virus compresi. Comuque, per andare avanti nell'articolo mi occorre pensare che a nessuno importi di loro.
Ora che sappiamo quanto poco ci tanga la sorte dei "compagni di viaggio invisibili", cosa diventa la definizione da cui siamo partiti? Diventa l'ennesimo concetto antropocentrico. "Embé?" mi si dirà. Ecco, proteggersi da un inquinamento antropocentricamente inteso è dannoso almeno come non farlo (se non di più).
Sorvoliamo l'emisfero settentrionale, sotto di noi scorre prima il continente eurasiatico, un'immensa distesa dove gli ecosistemi sono lunghe strisce parallele stratificate in base alla latitudine, segue il continente nord-americano, dove la stratificazione è più o meno la stessa, ma l'effetto ottico è meno forte.
Avete visto le macchie? A macchia di leopardo migliaia di agglomerati cementizi, avvolti da cappe opache di varia grandezza, arterie grigiastre li collegano, milioni di scintillanti corpuscoli viaggiano incessantemente. Avete notato i sobborghi industriali? Migliaia di tonnellate di gas ogni anno. E questo è solo ciò che vediamo riversarsi nell'aria. Ma il nostro occhio ha molti limiti.
Dovremo preoccuparci di tutto ciò e di tutto il resto che questo breve viaggio non ci ha mostrato chiaramente? Sì e no. Mi spiego. Gli agenti inquinanti non sono inquinanti. Vi ricordate il DDT? Lo producono i crisantemi per difendersi dagli insetti. "Sì, ma il DDT stava avvelenando le colture, etc etc". È questo il punto, il DDT stava facendo danno all'uomo e a qualche altro grosso animale cui vogliamo bene, in particolare alcuni uccelli che hanno sfiorato l'estinzione. Per il resto, gli insetti avevano sviluppato delle ottime difese per fregarsene del mortifero composto e vi svelo un segreto: la maggior parte della materia vivente della terra s'era adattata o si stava adattando velocemente. Risultato? La vita aveva riassorbito il disequilibrio cambiando strada.
Ora sembrerò cinico perché non amo gli uccelli, ma vi prometto che entro la fine dell'articolo capirete la mia vera posizione.
Il DDT, uno degli insetticidi più usati di tutti
tempi
Fonte: us.oneworld.net
Come detto sopra il DDT, come praticamente tutto ciò che l'uomo produce, esiste già in natura. Ricostruiamo un momento la storia del crisantemo: inizialmente era il crisantemo e subiva le angherie degli insetti. Alcuni crisantemi svilupparono un insetticida, parecchi morirono prematuramente perché ne producevano troppo, altri invece riuscivano a uccidere molti insetti e ad autointossicarsi poco. Intanto gli insetti si munivano di difese, il crisantemo iniziò a migliorare il suo insetticida e così via all'escalation.
"Sì, ma il DDT è cancerogeno". Non è questo il punto, ma ci arriverò.
Altra notizia scottante: sapete qual'è l'inquinante che di più ha sconvolto la vita sulla terra? L'ossigeno.
Immaginatevi un mondo popolato da batteri anaerobici e alghe fotosintetiche. I batteri proliferano ovunque in quanto adattissimi alle condizioni di vita esistenti, lo stesso fanno le alghe con la loro strana alimentazione. Ma le alghe producono uno scarto dalla fotosintesi: ossigeno. All'inizio è talmente poco che i batteri nemmeno se ne accorgono e continuano indisturbati le loro allegre vite batteriche, per quanto possa essere allegro uno che si riproduce per scissione binaria. «BANG!!!», per citare un collega dal grilletto facile: la situazione precipita, l'ossigeno è troppo, si mette male per i poveri batteri. Fuggono via mentre la peste ossidativa si diffonde. Muoiono in tanti, alcuni di loro si rifugiano nei posti più impensabili. Ma almeno lì sono salvi. Ora il pianeta sembra più vuoto ma, prodigio, la prima cellula capace di respirare è già apparsa da tempo ed ora ha tutto lo spazio per moltiplicarsi, mutare, evolversi.
Probabilmente ci furono batteri che cercarono di ridurre l'attività delle alghe, ma quelle avevano sindacati e gruppi di pressione efficienti e riuscirono a portare avanti i propri interessi. E dire che sembravano così convincenti: "Scomparirà la vita dal pianeta", "Sarà la fine per tutti", "Anche voi ne subirete le conseguenze".
Il risultato lo abbiamo sotto agli occhi.
Ora però è arrivato il momento di tornare all'uomo, che non vuole fare la fine dei batteri anaerobici, evitandola anche ai suoi amici viventi: mi pare ne abbia tutti i diritti. E torniamo alle emissioni industriali: perché ridurle? Perché ci fanno male direttamente, dato che sempre più di noi vivono in città. Ma una volta che le avremo ridotte, vivremo in un nuovo giardino dell'Eden? Neanche per sogno. Ahimé, mentre mettiamo ordine in casa nostra, dobbiamo preoccuparci anche della casa d'altri. Soprattutto se questi altri vivono tra il 45° parallelo Nord e il 45° parallelo Sud. "Perché?" chiederete. Vi do un indizio: la Terra ha già fatto benissimo a meno delle attuali zone a clima temperato, come durante le glaciazioni, e non è detto che non sia intenzionata a ripetere l'esperienza. I punti cruciali per il perpetuarsi del fenomeno vita sulla Terra si trovano in quella fascia che ho su indicato.
E, paradossalmente, quelle zone sono le più soggette allo scempio della tecnologia arretrata. Quindi, mettiamo in sicurezza le nostre industrie e coltivazioni con tecniche sempre meno destabilizzanti ma, soprattutto, proteggiamo la fascia tropico-equatoriale. È quella la culla della vita, a prescindere da terraferma o acquemosse.
Parlerò adesso del mare. Nei libri di testo ci hanno raccontato che la vita è nata in acqua dal bollito idro-atmo-geologico. Ora prendete per buona questa frase e pensate al mare aperto come un enorme Sahara acquatico. Non sarete lontani dalla verità. La vita in mare è molto concentrata attorno a dei punti caldi, che sono nelle acque basse delle piattaforme continentali. Danneggiare quelle zone è forse peggio di dar fuoco a tutta la foresta amazzonica. Perché? Perché lì avviene la maggior parte dei processi che portano alla produzione d'ossigeno, alla rimozione di gas serra come anidride carbonica e metano dall'atmosfera, all'assottigliamento costante dello strato d'ozono che altrimenti si rivelerebbe altamente tossico (intanto l'ozono si rigenera grazie ad altri processi). Inoltre, cosa fin troppo sottovalutata, sono qui che avvengono i processi di desalinizzazione dell'acqua e il sale in acqua non è solo il cloruro di sodio delle nostre tavole. Infine, queste aree ospitano organismi che entrano in un ciclo biochimico che da solo vi convincerà dell'importanza della loro protezione: il ciclo dello iodio. Ebbene sì, lo iodio, quello del sale iodato. Il metabolismo dell'uomo, come quello degli altri mammiferi, è fortemente compromesso in sua assenza. Per un discorso evolutivo, se mancasse, potremmo adattarci, ma credo che non sia nell'interesse di nessuno morire in massa per fare il più grande esperimento darwiniano della storia.
Laminaria digitata, un'alga da non sottovalutare
Fonte: johnslfi.wordpress.com
Sempre riguardo questo prezioso elemento, c'è un genere d'alga, quello delle Laminaria, che rende lo iodio contenuto nell'acqua volatile, consentendogli di circolare a livello atmosferico: gran parte di questo viene distrutto dalla radiazione solare e da altri processi che lo riportano in acqua, ma il resto circola e si deposita su tutto il pianeta! Miracolo!
Ora pensate che le Laminaria sono molto apprezzate in quanto se ne sintetizza l'acido alginico, un polimero naturale utilizzato nell'industria alimentare e farmaceutica. Cosa succederebbe se l'uomo facesse partire su larga scala la lottizzazione e messa a coltura delle piattaforme continentali? Le probabili piantagioni, e si conosce l'amore per l'uomo per la comodità e l'efficienza della monocultura, potrebbero mettere a rischio altri cicli indispensabili per la vita oppure, selezionate le Laminaria solo in base alla capacità di produrre alginati, queste potrebbero smettere di volatilizzare lo iodio in ioduro di metile. Tutto ciò se le prime scorribande umane nell'agricoltura marina fossero condotte con tecniche paragonabili a quelle adottate nelle coltivazioni primitive che tutt'ora devastano le foreste equatoriali: brucia, semina, raccogli; brucia, semina, raccogli...
E qui veniamo al punto. È vero che non me ne frega niente degli uccelli uccisi dal DDT? Rispondo con un quesito: e se salvassimo gli uccelli dal DDT senza evitare la distruzione di tutti i possibili habitat a loro disposizione o, peggio, avendo generato una crisi simile a quella dei nostri sfortunati batteri anaerobici costretti in esilio?
Ditelo anche ai politici e agli attivisti che fanno massiccio uso di garze emostatiche (acido alginico).
Lieto fine: i batteri anaerobici sono felicemente tornati dal loro esilio in tempi geologicamente brevi. Ci sono quelli vecchi e tradizionalisti che vivono ancora negli ambienti estremi in cui si rifugiarono, altri, più avventurosi, hanno stabilito delle floride colonie negli intestini di tutti i viventi che lo possiedono con somma e reciproca soddisfazione. Si potrebbe dire che gli animali esistono per trasportare le loro colonie in giro per il mondo... altro che astronavi!

1 commento:

  1. Bhò io non sono uno di quelli che stà veramente attento a tutto.
    Non faccio la raccolta differenziata e sono abbastanza testa di *bip* da buttare la mutanda del pacchetto di sigarette a terra.
    Ma l'inquinamento... diavolo ogni volta che sento questa parola non sò se tastarmi la coscienza o gli zebedei.
    Acqua, terra, sole, pioggie acide, vetro, plastica, sostanze non-biodegradabili Co2 Hso4 e diciamo anche PDL dai.
    Insomma, sfilza di parole a mò di Menù che letta così mi ricorda vagamente quanto ero coglione a collezionare carte dei Pokemon.
    Ecco, poi la mano mi corre da sola e la censura per la maleducazione me la scordo.
    Domani Piero mi banna ma vado avanti.
    Dunque... finchè parliamo di testate nucleari CernoZIO o sostanze cancerogene capisco perfettamente che è opportuno far pace un momentino con le nostre cattive abitudini ( che sono sempre tante ), Ma le razze in via di estinzione e la presunzione umana " ... "
    Cioè, il carissimo Pianeta terra, immaginiamocelo come un Sanbernardo docile docile, campa da quando le sostanze aerobiche facevano l'altalena dentro le palle del nonno.
    l'80% delle specie vissute sino ad oggi, e forse 80% è poco, fà parte del dimenticatoio umano.
    Sono sparite.
    Scomparse.
    milioni di specie del tutto sconosciute sono ufficialmente nel dimenticatoio terrestre così come ancora oggi nel dimenticatoio cattolico c'è la scomunica per chi gioca a scacchi.
    Non siamo un pò arroganti?
    Ma non parlo dell'autore dell'articolo sopra questo mio lenzuolo, parlo dell'uomo che schiaffa su un' associazione fantasma per difendere le racadi dei camaleonti nani.
    ... Abbiamo compiuto noi il massacro delle specie estinte?
    No, non siamo stati noi e darò a riguardo a fine commento.
    Ma non siamo stati noi.
    Ogni giorno una decina di specie/razze animali smette di esistere.
    tra queste decine c'è, purtroppo, Mamma gaia che fà il suo corso.
    Quindi? Che succede?
    Lasciamo che queste povere disgraziate seguono il corso della natura oppure vogliamo tentare di salvare il salvabile?
    Io darei a Cesare quel che è di Cesare. ( La lapide si )
    è un arrogantissimo consiglio da menefreghista a primo acchitto, ma ragazzi, Noi NON sappiamo prenderci cura nemmeno di noi stessi.
    Ad essere onesto, molti di noi non sanno prendersi cura di se stessi mentre qualche beduino cappadociano in questo momento stà pregando il fuoco.
    Dite che sono cattivo?
    Avete un cellulare?
    Una macchina?
    Una caldaia NON a condensazione?
    la necessità di passare per il supermercato ed un impianto idrico-sanitario dentro casa?
    Eh... " Embè"
    L'articolo qui sopra non fà una piega ma la pigrizia umana ha, purtroppo, la meglio.
    IL pianeta ha.. 4 miliardi di anni?
    è una figata se noi ne abbiamo duecentomila.
    e dopo il Big Bang che non esiste, in 4 miliardi di anni, ci ricordiamo che 200 anni fà " coccolavamo " il pianeta san benrnardo tirando fuori carbone.
    e si, i batteri scaprettavano con le astronavi (che figuraccia )

    Concludo per non irritare nessuno.
    Il concetto di inquinamento esposto qui sopra non fà una piega.
    non-Lieto-Fine: Quando il pianeta si sarà stancato di noi farà come fà appunto il san bernardo.
    ci si scutura di dosso come goccioline d'acqua dicendosi " ho passato mali più grandi dell'uomo ".


    Con questo spero di non aver irritato la sensibilità di qualcuno poichè daccordo sullo stare attenti a non fare il Dr. Dexter con la vita umana, ma vi prego smettiamola con le ca**te dei Panda in via di estinzione o del Porcasino striato nel lago di Lockness. ;)

    Un saluto e mi complimento con quel che ho letto sino ad ora

    Paolo

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