sabato 11 settembre 2010

Spiegando il Mondo Zero


di Gian Piero Travini

«Non ci piacciono le mezze verità; non ci piacciono la deferenza e l’unzione per le idee che detestiamo. Ci siamo sempre battuti per dare il loro nome ai fatti e ai personaggi. L’intellettuale, per noi, è una figura intera. L’uomo politico, se non vuole essere un puro faccendiere, è anch’esso un intellettuale che vive pubblicamente e che fa con naturalezza la sua parte nella società».
L'8 marzo del 1966 Mario Pannunzio chiude con queste righe l'esperienza editoriale de Il Mondo, il settimanale liberale da lui diretto fin dal '49. Mi vergogno a dire che è seguendo il suo percorso umano che scelgo di aprire questo spazio. Mi vergogno perché ciò che Pannunzio è stato per l'intellettualismo è tale che anche definirlo "intellettuale" è un insulto. Non sono un decimo di quello che è stato Mario Pannunzio. E mi vergogno perché sento che qualsiasi cosa possa fare per rispondere alla sua perfezione intellettuale, al suo disincanto violento e terribile, alla sua giusta ira contro la mediocrità del pensiero debole italiano, è nulla.
Però ci provo.
Ci provo insieme a molti amici.
Ci proviamo.
Proviamo a ricordare a chi ha voglia di leggerci che esiste un significato ben preciso che va dato ad ogni parola che si pronuncia. Proviamo a ricordare a chi ha pazienza di leggerci che la musicalità, l'armonia del pensiero... la disciplina del pensiero è retta solo e soltanto dalla cognizione di causa. Dalla ricerca. Dalla costante meraviglia dell'estasi della conoscenza.
Mario Pannunzio, direttore de Il Mondo
Fonte: loschermo.it
La ricerca è quella che ci unisce in questa avventura. Un'avventura di libertà, di mondi, di passioni e di politiche. Il Mondo Zero non è un luogo definito, ma è uno stato mentale: è la decostruzione della realtà, scevra dagli orpelli del nuovo pensiero liberal-chic, che come un giardino prensile adorna il nuovo mondo dell'intellettualismo. Un nuovo mondo che pare nasca in una lunga estate calda, ma senza Orson Welles e senza Paul Newman, anche se Gianfranco Fini ci assomiglia, alla lontana... certo, madamigella Tulliani non è Joanne Woodward e men che meno Bocchino è Angela Lansbury. Una lunga estate calda, fitta di piogge, di liberali che spuntano come funghi e di funghi velenosi come liberali, di profezie terzopolistiche che si dovrebbero auto-avverare ma non è detto, perché i funghetti liberali non sono allucinogeni, alcuni sono allucinati, ma le loro ife non sono abbastanza solide o duttili da creare una bella colonia fungina per cementare quello che stanno cercando di spacciarci come realtà, ovvero il terzo polo. Il nuovo mondo è fatto da chi concorre alla gara per essere più liberale, più di sinistra, più anti-berlusconiano, più berlusconiano. Ma l'ideologia non è una gara. Può essere certo una sfida, ma con se stessi, non con chi ti sta accanto. Ancora una volta il "nuovo mondo" torna ad essere imposizione intellettuale pomposa e ridicola, non l'occasione per apprendere, nuovamente, insieme.
Ma il nuovo mondo non è il nostro mondo.
Il nostro mondo è una tensostruttura minimalista. E proveremo a spiegarvela. Liberali. Liberaldemocratici. Liberali e democratici. Radicali. Socialdemocratici. Socialisti e democratici. Antitotalitari sempre e comunque. Ripartendo insieme dalla base.
Per molti di noi è la prima esperienza come divulgatori, ma ci impegneremo. A fondo.
Il Mondo Zero è la descrizione del minuto.
Il Mondo Zero guarda all'Europa e alla non Europa. Alla politica e alla non politica. Al pensiero e al non pensiero. Con occhio critico e mente aperta.
Benedetto Croce insegnava che la critica è un fucile molto bello che deve sparare raramente: fortunatamente il maestro del liberalismo italiano non aveva a che fare con certi editoriali del TG1. Noi spareremo un po' di più, cercando di non abusarne. In questo, Mario Pannunzio era maestro: speriamo di esserne degni allievi. Mai rinunciò alla critica feroce per cancellare l'ignoranza della limitazione attorno a lui, con la passione di chi è nato per combattere in nome del concetto stesso di "vita". Di uomo. Pannunzio scriveva dell'uomo e per l'uomo. Così semplice. Così perfetto. Così meravigliosamente commovente.
Vittorio Gorresio lo definì: «Intransigentemente anticomunista in nome della libertà, intransigentemente antifascista in nome dell’intelligenza, e intransigentemente anticlericale in nome della ragione». Impossibile ritrarlo in maniera più completa.
Nessuno è stato come Mario Pannunzio. E, nei miei momenti più bui, penso che nessuno lo sarà mai.
Benvenuti sul Mondo Zero.

5 commenti:

  1. Ho letto ed ho gradito, sebbene non su tutti i punti mi dichiari d'accordo completamente.
    Dell'intelletto e dei compromessi che esso debba trovare per manifestarsi in quest'Italia non se ne sa mai abbastanza. Principalmente perché chiunque se ne interessi, infine non sa più dove sbatter la testa, secondo la mia opinione.
    Travini dice belle parole, citando fonti illustrissime, per spiegare un'idea ed un fine.
    Attenderò di osservare come si snoda il vostro pensiero verso quest'ultimo: descrivere il vostro Mondo Zero.
    Tuttavia, m'interesserebbe comprendere se sarà una osservazione "super partes", poiché da alcuni tratti non pare affatto. E penso che se si vuole indagare, come afferma Travini, su un dualismo pannunziano intellettuale-politico, questo sia assolutamente prioritario.
    D'altra parte, libera informazione in libero Stato? Giustissimo. Ma da quale dei due potremmo cominciare, noi, oggi?

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  2. Spiegheremo da super-partes.
    Commenteremo come individui: ma sarà sempre ben definito quando saremo l'una e l'altra espressione della dicotomia.

    Diccelo tu da quale potremmo cominciare, Marco.
    Gian Piero Travini

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  3. Non penso si possa esprimere un Pensiero in " Super Partes " quando si tratta dell'uomo.
    Mario Pannunzio, per il poco che lo conosco, viene definito in termini obbiettivi come un giornalista ed un politico fondatore del Partito Liberale Italiano.
    Per qualcuno è poco e per qualcuno è sbagliato, per altri è esatto e per altri non è che un nome " mai-sentito ".
    Ma parliamo di un gigante, diventato tale salendo sulle spalle dei suoi simili quando ha deciso di farlo per proprie ragioni e per quelle altrui.
    Salire sulle spalle di un simile individuo è un impresa tanto coraggiosa quanto ammirevole.
    Non posso affermarmi amico di Travini, ma affermo con un sorriso sincero che apprezzo quel che scrive seppur non lo condivido a pieno e ne stimo le intenzioni.
    Presumo che esporre il proprio punto di vista in maniera estremamente soggettiva sia la testata d'angolo della critica.
    Che sia modesta o relativa non ha importanza alcuna, l'Intelligenza non è una scienza.
    Non è una scienza, lo ripeto poichè nel credere che l'idea di mondo zero sia migliore del restare a casa a smanettarsi sotto le coltri perdo la mia posizione Super Partes in questo esatto istante. ( ! )
    Ed in questo esatto istante ritenendo giusta la mia affermazione stò violando in maniera imprescindibile alcune morali inerenti il giudizio.
    Potreste cominciare dalla divulgazione di fatti svuotando i vostri sacchi di farina e le vostre idee a riguardo, credo che la libera informazione sia il miglior punto di partenza poichè mai lo stato sarà libero.

    Buona fortuna Ragazzi.
    Ciao Piero :)

    Paolo ( Giuseppe Binetti per gli amici :D )

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  4. Grazie, Paolo... in bocca al lupo a Chieti!

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  5. Spiegheremo da super-partes.
    Commenteremo come individui: ma sarà sempre ben definito quando saremo l'una e l'altra espressione della dicotomia.

    La fine differenza tra Giornalismo ed opinionismo...

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