sabato 11 settembre 2010

Rigurgito di coscienza

L'isola (i)

Nicola Bardasi

Quando Gian Piero mi ha chiesto di scrivere questo articolo non sapevo cosa avrei scritto e, in realtà, nemmeno ora lo so.
Gianfranco Fini, al suo arrivo a Mirabello
Fonte: claudicaprara.it
Prima avevo pensato di scrivere qualcosa sull’oratoria politica a Mirabello e sul perché non risulta convincente anche quando è ottima come esercizio retorico.
Poi ho visto che dalla condanna della violenza (che mi sta bene) stiamo passando ad una acritica esaltazione della nonviolenza e del fair play (quanto meno stucchevole oggi e qui) e sono stato, quindi, sul punto di cercare di scrivere perché non è legale firmare accordi sindacali di minoranza. Non lo farò perché qualche idiota direbbe che sono complice del centro sociale Askatasuna ("libertà" in euskera) da cui sono venuti i contestatori muniti di fumogeni. E io non ho voglia di litigare.
Adesso sto vedendo che pare che la legislatura sia come Cardarelli, il più grande poeta morente, e dicono che continuerà così per altri tre anni. Vorrei scrivere che, dopo tre anni di governo con una maggioranza parlamentare bulgara e quindici/venti di politica alle spalle, se i risultati sono questi, è meglio affidare a Zeffirelli la regia dei festeggiamenti per i centocinquanta anni dell’unità d’Italia e chiudere bottega dopo l’ultimo fuoco d’artificio.
Ma mi sono detto che l’opposizione dovrebbe sapere cosa fare. Errore mio: è stato solo un riflesso pavloviano. Mi sono subito ricordato che l'opposizione non esisterà finché cercheremo la sinistra tra i politici e le idee di destra, da Fini a Di Pietro, e che quindi è inutile scriverne perché non sono un surrealista.
Faccio lo studente di scienze politiche ma ho sbagliato facoltà perché mi piace più leggere, guardare paesaggi e luoghi che pensare alla politica.
Quello che mi interessa è studiare e capire le cose.
Ho delle idee su come va o dovrebbe andare il mondo ma, di fatto, non so spiegarle ad altri, anche se mi sembrano abbastanza logiche quando ci penso.
Mi schiero sempre e comunque per qualcuno o qualcosa, ma non per Sakineh. E non perché penso che le donne adultere vadano lapidate, ma perché vorrei che, se crediamo davvero nella necessità di abolire la pena di morte e le condizioni inumane di detenzione( ci adoperammo, grazie ai Radicali, in sede ONU per una moratoria in tal senso), incominciassimo dai centinaia di prigionieri rinchiusi in Europa ed in Nordamerica che aspettano da anni un processo o un’iniezione letale. Quando ci batteremo per loro allora sì che ci saremo guadagnati sul campo il diritto di parlare di Iran. È per questo che i Radicali se lo sono guadagnati. Non scriverò neanche su questo. Non preoccupatevi.
Ho letto che i liberali sono di più di ieri. Sono contento. Vuol dire che nessuno censurerà questo articolo [confermo, n.d.G.P.T.]. Vorrei solo dire, a tal proposito, che se sei liberale, prima dovresti avere capito cos’è la libertà altrui. Non credo che nell’MSI questo si insegnasse, ma dubito anche che Farefuturo possa fare scuola serale di liberalismo a un branco di cinquantenni.
Credo anche che a sinistra la vendita dei sogni da parte di Vendola dovrebbe finire. Giocare con la disperazione e la povertà è triste, anche quando si hanno tante buone ragioni.
In tutto questo caos ci sono tempi per l’analisi e altri per il flusso di coscienza. Per l’analisi, altrimenti detta pars construens, vi do appuntamento alla prossima rubrica.

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